Friday, December 30, 2005

seconda visita a casa: il mestiere dell'attore

"Disturbo?"
"No, macché! Se n'è andato un mio amico qualche minuto fa... non mi aspettavo di rivederti!"
"Eh, ero passato per fare gli auguri. Non è che hai qualcosa da mangiare? Sono tre giorni che tiro al risparmio..."
"Ah... il che mi fa pensare che non te la cavi benissimo..."
"Mannò, ragazzo... ci si sta dietro. Solo che questa faccenda dell'imputazione non ci voleva. Già devo pagare gli alimenti a quella scrofa della mia ex moglie..."
"Eddai, un minimo!"
"Ehi, ragazzo... mica è colpa mia se lo è, io mi limito a constatare i fatti. E comunque, dicevo, un po' gli alimenti e un po' il lavoro che non si trova..."
"Ma non riesci a trovare proprio niente? Cioè... non sei l'ultimo arrivato, in televisione"
"Eeeh che vuoi che gliene importi ai piani alti, bello? A loro non interessa se siamo professionisti, non tiriamo più e basta. La colpa è di quei mangiariso che vengono a fregarci il lavoro"
"Smettila, dai. E' inutile fare discorsi da bar, lo sai anche tu che il problema è molto più complesso"
"Sì sì... hai ragione, eh. Solo che non ti dai pace, quando passi di moda. Me lo diceva mia mamma, quando voleva che facessi l'avvocato. Vai a fare l'attore e nel giro di tre anni verrai chiamato solo per le trasmissioni revival. Come Dick Van Dyke e quella gente lì"
"Brutta storia. Magari dovresti puntare più sui nostalgici"
"Eh, ma ho paura di fossilizzarmi, ragazzo. Vorrei che la gente si ricordasse con me anche per ruoli forti, drammatici. Insomma, anche se sono sparito dalla tv, faccio ancora un sacco di teatro!"
"Davvero?"
"Eh, sì. Ho provato a fare qualcosa di Cechov, l'anno scorso. Solo che la gente, quando entro in scena, si mette a ridere qualunque cosa dica"
"E' dura scrollarsi il personaggio di dosso"
"Eh, è dura sì..."

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